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    Itinerario "Testimonianze del tempo"

  • Percorso
    VALLE DELL’INFERNO - LAGO VIVO - SERRONE

    Difficoltà: media
    Durata: 5 ore

    <<Si decise di andare a “Lago Vivo”.

    Zaini in spalla con l'occorrente e partimmo. Imboccammo il sentiero sterrato “K6”, salutammo il vecchio salice Mosè e continuammo la nostra marcia, cominciando a salire verso la “Valle dell'Inferno”.

    La faggeta ci fece compagnia lungo tutto la salita. Dopo circa quarantacinque minuti di marcia affrontammo una serie di tornanti che ci fecero intuire che da lì a poco, la dura salita stava per finire. Proprio all'ultima curva, sulla sinistra si scopre una piccola icona della Madonnina detta del “Buon Passo”. Dopo quindici minuti di cammino nel bosco, si aprì davanti a noi una finestra di un incanto unico: di fronte avevamo il “RE” del Parco Nazionale d'Abruzzo: il Monte Petroso alto 2249 metri, con alla destra più vicino a noi a fare da cornice il Monte Jamiccio con i suoi 2074 metri di altezza. Alla sinistra del Petroso si vedeva il Monte Altare e si scorgeva Monte Tartaro. Tutti felici scendemmo di circa 50 metri di dislivello per arrivare alla splendida creatura della “Fonte degli Uccelli”, installata il 29 luglio 1983, grazie alla collaborazione di amici barreani.

    Io spiegai loro che la portata del lago dipende dalle nevicate e dalle piogge e raggiunge la maggiore consistenza solo tra i mesi di aprile e maggio. Eravamo tutti veramente soddisfatti. Messo di nuovo lo zaino in spalla ci avviammo per il “K4” addentrandoci nel bosco. Godemmo della vista di muraglie di roccia ricoperte con muschio di colore verde scuro e intenso che per circa un chilometro ci accompagnarono nella dolce e riposante discesa che stavamo percorrendo. Tra la faggeta rigogliosa iniziarono ad aprirsi, di tanto in tanto, delle finestre e li portai in un luogo che offriva una vista mozzafiato, come da un balcone sospeso nel vuoto. Qui ci fermammo per godere ancora uno scenario spettacolare. Superata la breve salita iniziammo la lunga discesa che portava a Barrea.>> 

    Tratto dal libro “Pasetta Racconta”