Percorso
VALLE IANARA - FONTE PESCHIO DI CRETA - STAZZO - MONTE ROTONDO - LA CAPRIOLA
Difficoltà: medio/alta
Durata: 5 ore
<<Zaino in spalla e via, con qualche riserva di liquidi in più rispetto ai giorni precedenti per il caldo previsto e per il dislivello maggiore da percorrere.
Cominciammo subito a salire affrontando i tornanti. Non mancavano i motivi per sentire dire dai gitanti: “Che bello, che bello!” e quando potevano, facevano sentire il clic delle macchine fotografiche. Arrivati ad un ripiano da dove si può ammirare lo scenario del canyon con le prime case che costruirono i nostri antenati nel Medioevo sugli strapiombi della foce del Sangro, ognuno meravigliato si chiedeva come a quei tempi si potesse realizzare un'opera del genere. Poi girammo a sinistra, lasciammo la “J8” e prendemmo la “J6” puntando il vallone della Capriola che si distingue per le due pareti rocciose.
La salita si fece più ripida ed all'inizio del canalone invitai gli escursionisti al regno di “Matusalemme”, un faggio molto vecchio. I gitanti non credevano ai loro occhi, l'albero era particolare per la sua grandezza e per la sua forma contorta. Appena duecento metri dopo incontrammo sul sentiero la famosa grotta della “Capriola”, che si trova sotto la parete della roccia. Non persi tempo a raccontare loro come nell'ultimo conflitto mondiale Barrea, trovandosi sulla linea del “fronte” denominata Gustav, fosse stata evacuata e che nella grotta si erano rifugiate cinque famiglie di barreani, rimasti sfollati lassù per tutto il tempo dei bombardamenti. Appena superate le cornici di roccia, invitai il gruppo a girarsi per guardare il panorama. Affrontammo l'ultima mezz'ora del sentiero per iniziare gli ultimi tornanti e raggiungere la tanta sudata vetta del Monte Rotondo. E' inutile dire che lassù si stava in modo superlativamente meraviglioso.
Avevamo tutte le montagne del Parco Nazionale sotto gli occhi e tutti eravamo felici come bambini. Feci notare a tutti che in quel ripiano tanti anni fa, nel periodo estivo, sostavano i pastori, e che le rovine dei muri divelti di pietre ricoperti dall'ortica, erano i resti delle abitazioni dei pastori. Al lato sud di questo spiazzo prendemmo il sentiero “J7” che riportava a Barrea.>>
Tratto dal libro “Pasetta Racconta”