Panorami mozzafiato, laghi dalle acque cristalline, prati fioriti e animali che poco alla volta ripopolano i boschi sono il sogno di tutti gli appassionati di fotografia e di paesaggio.
In primavera la natura si risveglia ed è uno dei momenti migliori per visitare e fotografare il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.
Con questo workshop di fotografia naturalistica vivremo giornate di trekking ed escursioni a stretto contatto con la natura fra boschi e valli fin sulle vette più belle del Parco. Un fotografo e di una guida specializzati che ci accompagneranno sui sentieri alla scoperta delle meraviglie di Barrea, del suo lago e delle montagne circostanti.
Diversi sono gli itinerari nel Parco che potremo scegliere per il nostro workshop di fotografia naturalistica, certi di poterci esercitare con le tecniche di ripresa dedicate al paesaggio e alla macrofotografia perfezionando il nostro stile nella splendida cornice naturale del Parco.
E' possibile scegliere tra due esperienze "Il risveglio della primavera" e "L’anello di Monterotondo", esperienze adatte a tutti, espeti e non della fotografia, amanti della natura!
IL RISVEGLIO DELLA PRIMAVERA:
l’escursione comincia fra pascoli erbosi, radure e foreste alla ricerca delle diverse specie di orchidee che caratterizzano la flora del Parco Nazionale d’Abruzzo. Risalendo poi il Rio Torto, un torrente che scorre in una fitta faggeta tra cascate e giochi d’acqua, si arriverà al cuore della montagna, la Grotta dello Schievo, dove da una cavità sgorga l’acqua.
Tecniche fotografiche: macrofotografia, paesaggio, esposizioni lunghe, fauna selvatica.
Difficoltà: escursionistico
Durata: 4h30’
L’ANELLO DI MONTEROTONDO:
(tratto dal libro “ Pasetta Racconta”)
Cominciammo subito a salire affrontando i tornanti. Non mancavano i motivi per sentire dire dai gitanti: “Che bello, che bello!” e quando potevano, facevano sentire il clic delle macchine fotografiche. Arrivati ad un ripiano da dove si può ammirare lo scenario del canyon con le prime case che costruirono i nostri antenati nel Medioevo sugli strapiombi della foce del Sangro. Poi girammo a sinistra, lasciammo il “J8” e prendemmo il “J6” puntando il vallone della Capriola che si distingue per le due pareti rocciose.
La salita si fece più ripida ed all'inizio del canalone invitai gli escursionisti al regno di “Matusalemme”, un faggio molto vecchio. I gitanti non credevano ai loro occhi, l'albero era particolare per la sua grandezza e per la sua forma contorta. Appena duecento metri dopo incontrammo sul sentiero la famosa grotta della “Capriola”, che si trova sotto la parete della roccia. Non persi tempo a raccontare loro come nell'ultimo conflitto mondiale Barrea, trovandosi sulla linea del “fronte” denominata Gustav, fosse stata evacuata e che nella grotta si erano rifugiate cinque famiglie di barreani, rimasti sfollati lassù per tutto il tempo dei bombardamenti. Appena superate le cornici di roccia, invitai il gruppo a girarsi per guardare il panorama. Affrontammo l'ultima mezz'ora del sentiero per iniziare gli ultimi tornanti e raggiungere la tanta sudata vetta del Monte Rotondo. E' inutile dire che lassù si stava in modo superlativamente meraviglioso.
Avevamo tutte le montagne del Parco Nazionale sotto gli occhi e tutti eravamo felici come bambini. Feci notare a tutti che in quel ripiano tanti anni fa, nel periodo estivo, sostavano i pastori, e che le rovine dei muri divelti di pietre ricoperti dall'ortica, erano i resti delle abitazioni dei pastori. Al lato sud di questo spiazzo prendemmo il sentiero “J7” che riportava a Barrea.
Tecniche fotografiche: macrofotografia, paesaggio, fauna selvatica
Difficoltà: escursionistico
Durata: 6h